Gli artisti raccontano:
“Forse potremmo pensare a uno shooting di moda come ad un film – dice Dario. La tecnica che più di tutte permette lo story – telling è il cinema. Così, dagli spunti sul cinema partiamo per elaborare la nostra storia. Subito siamo tutti attratti dal medesimo pezzo della collezione Bonomea, forse il più emblematico, che si regge statico ed elegante come un sasso: Monolilith.
Misteriosa come un buco nero e atavica come la forma del triangolo che la delinea, ci fa immaginare luoghi astrali, lunari, dove le forme più antiche ed aliene sono sempre accolte. Il binomio funziona: un deserto occidentale con un elemento che nasconde la sua tridimensionalità.
Come rappresentare uno spazio lunare? Riprendiamo dal cinema e fra i nostri discorsi emergono tre still dal film “Il posto delle fragole” di Ingmar Bergman. Quello che ci interessa è la scalata; la scala come misura, passaggio, quasi una missione da compiere. Immaginiamo una figura femminile, bambina, che va di pari passo con un cane, pensiamo ad un alano. Al cane che è quasi l’elemento primordiale, che crea una sproporzione non solo buffa, ma reale; e poi ancora, pensiamo a una scalata sulla luna, prospettive sballate e senso dell’infinito. Avevamo scelto quella borsa e quell’immaginario, lunare e desertico, ampissimo; tutto funziona senza forzature.
Il cane è il custode dell’altro elemento, di questa misteriosa forma triangolare.
Siamo d’accordo nel concentrarci sul cane, nel rappresentarlo come un corpo, a tratti aggraziato a tratti metamorfico.”